Alessio Barchitta, Fabrice Bernasconi Borzì, Alessandro Costanzo, Michel Couturier, Martin Declève, Vittorio Messina, Carmelo Nicotra e Jan Vercruysse.
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Circa 35 anni fa Germano Celant curava “Periodi di marmo. Arte verso l’inespressionismo” (Acireale, 1989) con Bagnoli, Lavier, Salvadori, Schütte, Spalletti, Steinbach e Vercruysse.
Superato il Minimalismo, Celant teorizzava un’arte oggettiva e razionale, in contrasto con ogni affermazione ‘neoespressiva’: “Si è entrati in un ‘periodo di marmo’ – scriveva – dove è caduto ogni effimero visivo e gli artisti si focalizzano sugli effetti solidi e stabili, rigidi e silenziosi, la cui presenza compone ed evoca il mondo. Essi si soffermano sulle superfici senza memoria degli schermi televisivi e delle insegne mobili, sul gioco strutturale e combinatorio del display ed evitano le trappole della profondità psicologica”.
“Estratto freddo” è un’odierna presa d’atto della riflessione antesignana di Celant, quando ormai un versante dell’arte attuale, in particolare per il prevalere di una cultura tecno-scientifica, ha più che assimilato anche il precedente processo di riduzione che negli anni ‘60 aveva portato al grado Zero dell’opera. E quando, tra l’altro, ci si ritrova a reintrodurre, seppure in misura calibrata, aspetti accessori e simbolici a suo tempo scartati, reinnestandoli su un linguaggio per forza di cose ‘freddo e impersonale’ incentrato su logica e filosofia, e con implicazioni di carattere socio-antropologico.
La presente sintesi relativa agli artisti del progetto intende porre all’attenzione, da una parte, una efficace anche se breve campionatura di quanto, al riguardo, emerge e si afferma della generazione giovane siciliana. Alessio Barchitta, Fabrice Bernasconi Borzì, Alessandro Costanzo e Carmelo Nicotra (e, analogamente nella mostra introduttiva presso OtC ―in the Garden, Diego Miguel Mirabella e Alessia Arnone) sono infatti espressione di quel versante ‘freddo’ (inteso in modo radicale da Celant e dagli artisti ‘inespressivi’), oggi però in grado di ripristinare seppure in misura del tutto controllata e con spirito contemporaneo quegli aspetti allusivi del linguaggio e quei ‘toni leggeri’ della comunicazione che sul finire degli anni ’80 da autori come Bagnoli, Lavier, Spalletti, etc. erano tassativamente esclusi.
Al contempo, dall’altra, nell’ambito di tale sintesi, Michel Couturier e Vittorio Messina (e, ancora in forma analoga nella mostra presso OtC ―in the Garden,Pietro Fortuna e Luca Vitone) in modo tra loro dissimile e con risonanza diversa consentono di introdurre (sempre in linea con quanto espresso dagli artisti teorizzati da Celant anche nel libro “Inespressionismo”, 1989) cenni e derivazioni di quanto il “periodo di marmo”, ormai formalizzato e storicizzabile, ha espresso e tuttora esprime. I rispettivi linguaggi, rigorosi e impalpabilmente animati da un acuto sentire contemporaneo e senso della storia, guardano lo spazio urbano, il luogo e il tempo, con analogo spirito poetico per focalizzare, parallelamente ma diversamente da quanto già accaduto, “effetti solidi e stabili, rigidi e silenziosi la cui presenza compone ed evoca il mondo”.
Martin Declève è invece una presenza ‘altra’. La sua è una fotografia che, nel ciclo “Marmoris memoriae” da cui sono tratte le stampe esposte, indaga in modo ravvicinato e ‘dal di dentro’ l’immagine attraverso la storia (si tratta di riproduzioni di stampi in gesso risalentI per lo più al XIX secolo), una fotografia dove la severità dello sguardo e l’inflessibilità della mano penetrano il senso della ricerca attraverso il ‘volto dell’immagine’.
"Estratto freddo" include un omaggio a Jan Vercruysse.
Ad introdurre il tema della mostra sono, nella sede nissena di On the Contemporary (OtC―in the Garden), le opere di Alessia Arnone, Alessio Barchitta, Alessandro Costanzo, Martin Declève, Pietro Fortuna, Vittorio Messina, Diego Miguel Mirabella, Carmelo Nicotra, Caterina Sbrana e Luca Vitone tratte dalla collezione KoobookArchive ed esposte dal 23 febbraio al 30 aprile.
L’iniziativa concepita da Anna Guillot è promossa da On the Contemporary e KoobookArchive e gode del patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Catania.