Sabato 16 dicembre alle ore 18.30, On the Contemporary inaugura 'Hey Siri', mostra personale di Alessandro Costanzo.Si tratta del secondo evento personale nel giro di pochi anni, pensato e realizzato espressamente dell’artista per lo spazio di verifica del contemporaneo OtC fondato da Anna Guillot, sito nel cortile del seicentesco Palazzo Manganelli.
Alessandro Costanzo (Catania, 1991) opera con mezzi diversi nel campo della scultura e dell’installazione. La sua ricerca eterogenea è un continuo work in progress del pensiero che indaga costruendo e decostruendo i diversi aspetti legati al Sé contemporaneo. Un’operazione dove Identità, luoghi, memoria e rapporto con tempo e spazio si fondono in una sorta di attraversamento-scandaglio del comune sentire odierno.
In particolare, il progetto 'Hey Siri' incentrato sul rapporto uomo-tecnologia pone in esame la questione del “tempo marginale”, la porzione temporale dove il senso e la qualità del tempo vengono minati dallo stato di alienazione per la dipendenza dal digitale.
«Sulle superfici dei 'Sospesi' di lamiera zincata e/o smaltata – è lo stesso Costanzo a scrivere – sono state praticate fessure seguendo un modulo ricorrente nei sistemi di areazione/dissipazione dei dispositivi tecnologici. Gli oggetti che introduco su queste superfici metalliche rimandano all’umano, come anche il sistema respiratorio della macchina, e in qualche modo mediano un certo carattere dissacratorio. Ogni 'Sospeso' ragiona su un “intervallo temporale” e costituisce un riferimento alle pause “insignificanti”, agli utili tempi morti che scandiscono la giornata e che oggi sempre più vengono colmati da iperattività e stimolazione digitale.»
Anche le installazioni 'Fuoco di paglia' e 'Friendzone' testano e agiscono come campionatura di un fare umano diffuso e controverso.
'Hey Siri', la dicitura di Apple coniata nel 2011 per attivare il primo assistente digitale della storia sugli smartphone ormai entrata a far parte del lessico quotidiano, costituisce un supporto vocale che, insieme a quelli coniati da altre aziende e con le ultime sollecitazioni dell’intelligenza artificiale generativa Chat GPT, prova a dare risposte offrendo contributo immediato in sostituzione di un’ampia serie di dinamiche che secondo i processi ordinari richiederebbero modalità e tempistica notevolmente diverse.
«Esistono anche altri software che simulano gli esseri umani, attraverso i quali gli utenti si affezionano sentimentalmente all'Intelligenza Artificiale – anche perché dice loro quello che vogliono sentirsi dire –. Così il rischio è che le persone perdano l'abitudine a interagire tra loro, ritrovandosi di fatto a vivere “sole insieme” – come riferisce la sociologa Sherry Turkle. […] AI, il nostro consulente, amico, partner, psicologo, storico, scienziato, etc., amplifica il processo di “desertificazione sociale” e di alienazione della componente socializzante prettamente umana.»
Un catalogo bilingue con testo del critico Daniela Bigi e con ampi apparati di documentazione fotografica realizzati da Studio Mōrf, sarà presentato a conclusione della mostra.